Da dove viene il colore delle rondini? Chi sono queste celesti amiche dell’uomo e puntuali annunciatrici delle stagioni?

Cappuccetto e il lupo
  • Giampiero Pizzol
  • Laura Aguzzoni
  • Teatro d’attore con animazioni di oggetti e figure
  • Stefano Liporesi
  • Manuela Cenci e Silvana Ninivaggi
  • scenografa de L’ Albero Azzurro
  • 60 minuti
  • materna | elementare

TRAMA

Tutto inizia con una fetta di cielo azzurro dove volano aeroplani bianchissimi di carta che planano sulla platea. Certo, è bello volare, ma chi ci può insegnare questa altissima arte ? Ecco che tra le nuvole compaiono dei puntini neri: sono loro, le rondini, vere maestre di volo. Le rondini cominciano a raccontare la loro storia antichissima che prende avvio all’alba del mondo quando le loro piume erano tutte bianche come le nuvole. La luna ancora non c’ era e quando fu creata, subito il diavolo volle salire fin lassù per farle un dispetto e coprirla con della vernice nera come la notte lasciando al buio il mondo. Per fortuna intervennero le rondini a difendere la luna e a far cadere quella scala infernale. Si racconta che da quel tempo il dorso delle rondini è nero come la vernice, ma la pancia è rimasta bianca come la luna che da allora è ancora lassù in mezzo al cielo a illuminare le notti.

Da un’altro aspetto di queste aeree amiche dell’ uomo prende avvia la seconda storia ambientata al tempo dei draghi. Infatti, un tempo esisteva un enorme drago che aveva vicino una perfida zanzara. Un giorno, il drago, più goloso del solito mandò la zanzara ad assaggiare il sangue di ogni animale della terra per riferirgli quale fosse quello più dolce. La zanzara volò a punzecchiare leoni, galli, rane, asini finché trovò un essere umano e, dispettosa com’era, non esitò a pungerlo ben bene. Era proprio l’ uomo il boccone più dolce per il drago. Ma la rondine voleva molto bene agli uomini e faceva il nido vicino alle loro case mentre odiava le zanzare dispettose, tant’è vero che ancor oggi se ne mangia due etti al giorno. Così, aprendo il becco fece tacere per sempre il malvagio insetto e salvò l’ uomo dai denti del drago. Il bestione tentò di afferrare la coda della rondine ma gli rimase in bocca solo un ciuffo di piume nere e nient’ altro. Da quella volta la coda della rondine è biforcuta, proprio come se qualcuno avesse lasciato l’ impronta di un morso, ma grazie a lei l’uomo fu risparmiato.

La terza storia è quella di una amicizia fra un albero e una rondine. C’era una volta un seme, cresciuto tanto da diventare un albero. Dopo qualche tempo all’albero venne voglia di muoversi e provò a fare due passi. Niente da fare, le sue radici erano bene piantate nel terreno. Guardò a destra e sinistra e si accorse che tutti gli altri alberi erano condannati a non muoversi. Allora diventò triste, le sue foglie assomigliarono a gocce di lacrime, i suoi rami si chinarono a terra e l’ albero si accorse di essere un salice piangente. Mentre la terra era piena di tristezza, il cielo era pieno di voli e di allegria perchè le rondini festeggiavano la primavera. Una di esse si avvicinò all’albero e, per consolarlo della sua immobilità, cominciò a raccontargli le sensazioni che si provano durante il volo. Parlò del vento, del mare, del deserto, dell’ Africa e dei bellissimi animali che vivono nella savana. Alla fine decise di chiedere aiuto alle talpe per scavare le radici dell’ albero e alle altre rondini per sollevarlo dal suolo e portarlo aldilà del mare. L’impresa straordinaria e fantastica del primo albero volante si concluse però con un insuccesso e il povero salice cadde capovolto a terra. Per fortuna alcuni bambini generosi e amanti degli alberi, riuscirono a ripiantarlo nella terra e ad evitargli di seccare al sole e morire. Il salice salutò la rondine e rimase ad aspettarla alla successiva primavera, certo sarebbe stato bello volare via! Proprio in quel momento comparve il vecchio gufo sentenziando che anche gli alberi possono volare. E’ una delle più grandi meraviglie della natura: i fiori si fanno semi e i semi mettono piccole ali finché, portati dal vento, giungono perfino aldilà del mare. Così il nostro piccolo albero ora sa che anche i desideri che sembrano impossibili, con un po’ di amicizia e un pizzico di fiducia, una parte di fantasia e una di realtà, si possono avverare.

TEMATICHE

Il Volo delle Rondini è una fiaba moderna che accoglie in sé molti elementi e tanti spunti didattici e letterari. Con una straordinaria leggerezza ci si muove in un ambito scientifico dove rondini e alberi introducono ai temi della natura e dell’ ambiente. La crescita dell’ albero attraverso le sue fasi fino alla dimensione del seme alato e la descrizione della migrazione stagionale delle rondini sono state approfondite attraverso la consulenza di naturalisti della L.I.P.U. che si occupano di questi affascinanti misteri naturali. Lo spettacolo a volte è stato proposto unitamente a laboratori condotti da esperti sulla costruzione di nidi e posatoi o sullo studio dei migratori attraverso l’ osservazione dal vivo. In particolare va menzionato il progetto L.I.P.U. sulla Nigeria dove milioni di rondini si trovano a svernare.

In questo paese dove la caccia a questi volatili è consentita, alcuni naturalisti hanno avviato oltre che una campagna di sensibilizzazione, anche un progetto sull’alimentazione che consenta di sviluppare allevamenti e coltivazioni alternative. Questo può consentire non solo la salvaguardia di una specie, ma soprattutto può fornire un contributo allo sviluppo sociale ed economico del paese. Ovviamente, legato alle migrazioni è il tema del viaggio. La rondine è l’emblema della viaggiatrice che unisce il Sud e il Nord del mondo sotto le sue ali e può raccontare storie e vicende dell’ uno e dell’ altro emisfero, così come anche insegnare a superare le difficoltà, le disavventure e i pericoli che insidiano ogni viaggiatore. I temi della partenza e del ritorno sono anch’essi legati a queste ambasciatrici dei cambi stagionali. Un tema ugualmente importante è quello dell’ amicizia nella diversità . Infatti all’immobilità dell’ albero fa da contrappunto il mobilissimo volo delle rondini. Ma anche nelle differenze è possibile comunicare ed essere utili l’uno all’altro. Infatti gli alberi offrono i loro rami agli uccelli e gli uccelli li difendono dagli insetti. Inoltre la fantasia ci permette di ascoltare le voci di questi due diversi personaggi , vere personificazioni di un bambino triste e arrabbiato e di una bambina leggera e spensierata.

Un’ altra tematica è strettamente legata ai tratti psicologici del salice piangente e risponde alla domanda: da dove vengono la rabbia e la tristezza? Si tratta qui di approfondire la dinamica del desiderio umano nel suo impatto con il reale. I limiti percepiti all’inizio come annullamento del desiderio creano una depressione felicemente tratteggiata nel pianto egetale del salice, vero simbolo della malinconia. Ma ecco il sostegno dell’amicizia: l’appuntamento con l’allegria primaverile delle rondini e il racconto del volo condiviso.

Infine il superamento attraverso la saggezza del gufo: strumento risolutivo è in questo caso la pazienza e la fiducia nella realtà. Un tema più vasto e legato alla letteratura è quello mitologico. Infatti due delle storie narrate prendono le mosse dalla spiegazione di eventi concreti: il colore bianco e nero delle rondini e la forma particolare della loro coda, le macchie della luna, la scomparsa dei draghi, l’ inimicizia tra uccelli e insetti, ecc.

Da questi e altri antichissimi perchè, nasce il grande patrimonio di leggende di cui è ricca la nostra tradizione. Inoltrarsi in questo fantastico territorio abitua al buon uso della fantasia come mezzo per conoscere meglio la realtà.

TECNICHE, LINGUAGGI, SCENOGRAFIE

Lo spettacolo utilizza il teatro d’attore e l’uso di numerosi oggetti scenici creati da due importanti scenografe come Silvana Ninivaggi, collaboratrice di molti programmi RAI per ragazzi, tra cui l’ Albero Azzurro e la Melevisione e Manuela Cenci, illustratrice di libri per l’ infanzia. La ricerca formale è quindi rivolta a cercare un’ amalgama tra il segno grafico e quello scenico, infatti dallo stupore di un gigantesco ombrello a muso di drago, passiamo all’enorme disegno in cartolina di un vero bosco, dalla sagoma verde del salice ci innalziamo alle evoluzioni di una magica rondine sul filo, dal ronzio di una zanzara ricavata da un minuscolo rasoio si passa allo stormo di rondini disegnate in mezzo al cielo, da un fondale azzurro annuvolato alle sorprese comiche di piccoli diavoletti ricavati da lattine di Coca Cola.

La trasformazione degli oggetti è corredata da una cura per i costumi, velocissimi da indossare e giocati su una tastiera di colori: l’impermeabile rosso del diavolo con il naso a peperone ricavato da una molletta per capelli fa contrasto con i berretti di nuvole del Creatore, mentre il frac a lunghe code che veste la rondine si sposa con il verde brillante della chioma del salice.

Il linguaggio letterario è del pari vario. Il testo alterna alcune parti in rima a parti in prosa giocando su vari generi: quello drammatico, quello comico e quello poetico. In tal modo riesce a catturare l’ attenzione non solo dei più piccoli , ma anche dei grandi che assistono allo spettacolo.

I personaggi che appaiono sulla scena rendono vario e multicolore anche il gioco psicologico delle utilizzando alcune tra le più collaudate strutture drammaturgiche come quella del contrasto tra protagonista e antagonista (rondine e drago, forze della luce e forze del buio, ecc), quella delle prove da superare (l’impresa di far volare un albero o acchiappare al volo una zanzara, ecc), quella del monologo narrativo (descrizione del viaggio aldilà del mare e delle avventure di volo, ecc.).

Una caratteristica importante dello spettacolo è la partecipazione dei bambini. Infatti al termine della storia , saranno proprio alcuni di loro che dovranno, salendo sul palcoscenico come attori, risollevare l’albero e scoprire come nutrirlo e farlo vivere. L’interprete Laura Aguzzoni vanta una vasta esperienza sia come attrice di prosa con testi classici tra cui Shakespeare, Ionesco, Calderon , Cecov sia come animatrice di percorsi di laboratorio didattico per bambini e protagonista di numerosi spettacoli di teatro ragazzi in collaborazione con varie Compagnie, questo la rende attenta a comunicare le storie a più livelli sia attraverso il gesto sia con la parola. Queste caratteristiche linguistiche rendono lo spettacolo adatto a una fascia d’ età che va dai 4 anni fino ai 10 anni comprendendo sia la scolarità materna sia quella elementare.

LA STORIA DELLO SPETTACOLO

Lo spettacolo è stato allestito nel 1997 e in questi oltre dieci anni di repliche ha toccato tutte le regioni italiane e affrontato repliche all’ estero in lingua francese. E’ divenuto un libro di successo edito dalla Casa Editrice Fatatrac e Giunti di Firenze giungendo alla 5 edizione. Inoltre, brani del racconto figurano in alcuni libri di testo e antologie per le Scuole elementari. Dal libro sono nati diversi copioni teatrali per spettacoli allestiti da bambini e insegnanti e numerose sperimentazioni didattiche con lavori riguardo al tema dell’ handicap (l’immobilità e le difficoltà motorie ) e al tema della natura legate a visite didattiche a Oasi L. I. P.U Le rappresentazioni in molte occasioni, hanno avuto luogo sia in teatri e rassegne per ragazzi , sia anche in luoghi all’ aperto: parchi , oasi , fattorie didattiche, ecc.

MUSICHE

Lo spettacolo si vale delle musiche originali composte dal musicista Steve Liporesi che commentano e accompagnano la storia. Nella composizione delle musiche entrano molti suoni tra cui i versi di vari uccelli ( rondini allodole, gufi, ecc.) registrati dal vivo. Ci sono poi vari registri musicali : dal brano iniziale che si presta a commentare giocosamente il volo degli aeroplani di carta e offre ai bambini l’ occasione di mimare ali di gabbiani, rondini, mosche, aeroplani, ecc fino al pezzo magico in cui la rondine racconta la sua prima av ventura fuori dal nido e l’ emozione straordinaria del volo.