Per chi ha fame di sapere, ecco un’appetitosa “favola da tavola”, una storia tutta da ridere e da mangiare: l’antichissima scoperta del sale!

Cappuccetto e il lupo
  • Giampiero Pizzol
  • Laura Aguzzoni, Giampiero Bartolini
  • Bano Ferrari
  • Carlo Pastori
  • il testo dello spettacolo pubblicato in forma di racconto dalla Casa Editrice Fatatrac
  • Palco m. 5×4 -10 Kw di potenza
  • 4 – 10 anni

TRAMA

Un raggio dorato illumina il rotondo arcobaleno di un ombrellone da mare che si apre. Ci troviamo in spiaggia di primo mattino. Una coloratissima signora stracarica di bagagli, borse, teli, salvagente, cerca di sistemarsi sotto l’ombrellone . Poco lontano si intravede una cabina e una allegra fila di bandierine. Un signore si fa largo e tenta comicamente di aprire una sedia a sdraio. La lotta con la sedia termina con una ingloriosa caduta. la musica accompagna dapprima placidamente, poi sempre più freneticamente i due bagnanti. Ad un tratto si rompe l’incanto. I due si guardano intorno e scostando gli occhiali scuri, si accorgono che davanti a loro si stende un mare di sguardi: una intera platea di bambini!

A questo punto bisogna soddisfare la curiosità degli ospiti di questo scenico Stabilimento balneare e tuffarsi in una storia marinara. I due, di comune accordo, iniziano a spiegare scientificamente l’ ambiente in cui ci troviamo , tra le altre cose perchè il mare è salato. Certo le spiegazioni sono importanti , ma cosa sarebbe la realtà senza un pizzico di fantasia?

Ecco dunque una storia straordinaria, divertente e avventurosa raccontata sotto un ombrellone utilizzando come spazio scenico la spiaggia: la scoperta del sale!
Uno dei due narratori veste i poveri panni di Marino, protagonista dello spettacolo. Un giorno in cui il sole splendeva alto e picchiava sulle teste degli uomini, il nostro Marino capitò nei pressi di un pozzo e sentì delle grida di aiuto. Affacciandosi all’ orlo del pozzo vide nientedimeno che uno gnomo. Marino riuscì a tirare fuori dai guai la fantastica creatura e lo gnomo come ricompensa gli fece dono di una macinino magico che produceva sale .- Cos’ è il sale ?!- chieseMarino.
Infatti a quei tempi nessuno conosceva ancora quel prezioso minerale e nessuno immaginava a cosa potesse servire.

Lo gnomo, dopo aver distribuito formule e buoni consigli lasciò il nostro eroe alle prese con il magico macinino. A questo punto cominciano le avventure di Marino che, alla fine, con un po’ di sale in zucca e facendo tesoro della esperienza, riesce a inventare l’ insalata, il pinzimonio, le patate fritte, la pizza, la pastasciutta, il baccalà e mille altre ricette saporite. Così la nostra favola finisce sulla tavola accompagnata in una travolgente festa di musiche, colori esapori. A interrompere la storia e la merenda, però, giunge sulla spiaggia un temporale estivo e nell’oscurità dell’ acquazzone arrivano due ladri decisi a rubare il prezioso macinino che ha fatto la fortuna del protagonista. Dopo aver elaborato astuti e inutili piani, i due ladri pasticcioni riescono finalmente a mettere le mani sul magico oggetto e scappare su una nave. Ora saranno ricchi sfondati! Ma il furto non viene premiato perchè i due ladruncoli, nella fretta di fuggire hanno dimenticato la formula per fermare il macinino che senza tregua non smette di produrre sale a chili, quintali. La nave ondeggia, scricchiola, si inclina e fatalmente affonda.

I due poveretti, abbracciati ad un salvagente approdano a riva come due naufraghi mentre il macinino sparisce inghiottito dal mare. E da allora è ancora laggiù, perso nel profondissimo blu e continua ancora da secoli a macinare senza sosta, rendendo salata l’ azzurra acqua del mare.

TEMATICHE

Molti sono i temi affrontati da questa leggenda semplice e insieme profonda. Anzitutto il tema dell’ ambiente . La scena, infatti , riproduce un luogo importante e vivo nella fantasia e nella esperienza dei bambini. Il pubblico riconosce gli aspetti e gli oggetti che popolano la spiaggia. L’ estate qui rivive nei suoi colori, suoni, giochi, ma anche nel suo mistero naturale: l’acqua, la sabbia, il sale, l’ombra, il sole, il vento, le navi, ecc. Rivisitare un ambiente attraverso una storia significa per così dire “far esperienza di aver fatto esperienza” ed è una tra i migliori modi per scoprirne i segreti. Dunque anche la vacanza può essere una scuola!
Il tema della alimentazione è sicuramente quello più legato alla fiaba che , attraverso filastrocche in rima , spiega l’ importanza del sale per la civiltà dell’ uomo: dalla conservazione naturale degli alimenti come carne e pesce fino all’invenzione di alcune tra le più comuni e conosciute ricette di cucina. ma il sale durante i secoli è stato sempre al centro di mille vicende tanto da essere utilizzato come salario e paga per il lavoro manuale, come merce di scambio , dono di amicizia e ospitalità , simbolo di vita e di saggezza. Si sono fatte guerre per il sale e stipulate paci con il sale. Si sono tracciate strade per trasportare lontano questo prezioso minerale, si sono moltiplicati i luoghi dove ricavarlo, basti pensare alle saline etrusche , romane e medievali che dalla Romagna , alla Toscana , alla Puglia fino alla Sicilia e alla Sardegna hanno rivestito un ruolo importante per la vita dei popoli d’ Italia e d’ Europa.

Un ulteriore spunto offerto dalla fiaba è legato all’elemento fantastico presente attraverso il personaggio dello gnomo, interpretato, nello spettacolo da un bambino del pubblico e poi inaspettatamente da un vero esserino magico il cui berretto a fragola ondeggia da solo spuntando da un secchio d’ acqua. la magia indica qui il senso del mistero nascosto fra le pieghe della realtà, ma si tratta di un mistero non minaccioso, bensì benevolo che porta a scoprire il reale piuttosto che evadere da esso. La realtà è un dono per l’ uomo che la tratta con rispetto perciò marino riceverà al giusta ricompensa mentre i ladri saranno puniti. Il racconto sembra voler dire che chi depreda le risorse della natura ha una sorte diversa da chi le utilizza per il bene comune.

Dunque, la storia del sale, così come le storie di tutte le invenzioni e scoperte, apre il problema dello sfruttamento delle risorse, delle capacità dell’ uomo, dei suoi mezzi e dei suoi fini.

Un ultimo tema ancora più profondo e vasto come il mare è legato a ciò che il sale ha sempre rappresentato: la saggezza e il sapore per eccellenza. Sibillina è infatti la domanda con cui si chiude lo spettacolo – Qual’ è il sale della vita ? – E qui la risposta non spetta più agli attori , ma anche agli spettatori e più in generale a ciascuno di noi. Tutti cerchiamo consapevolmente o no , la ricetta della felicità , il vero sapore che ha la vita quando viene vissuta in maniera piena, profonda e significativa. Così questo pizzico di sale passa dalla lingua alla mente come lo spettacolo passa dagli occhi al cuore e in questo caso la filosofia nasce non da una polverosa cattedra ma da una allegra tavolata.

TECNICHE, LINGUAGGI E SCENOGRAFIE

Le scene, create in collaborazione con Lucia Baldini, rispettano uno stile che è quello dell’ambiente marinaro. Gli oggetti sono tra quelli più riconoscibili dai bambini: palloni, salvagente, giochi da spiaggia, teli da bagno, sdrai e lettini, ombrelloni e cabine, ecc. Naturalmente questi oggetti si trasformano secondo le leggi della fantasia e dell’arte teatrale capace di dar parola alla realtà e animarla: diventano il pozzo incantato, il bosco dello gnomo, la tavola del banchetto, la bianca montagna di sale, il verde campo di insalata , la casa e il magazzino di Marino, la nave, il mare, ecc . Dunque una narrazione che, nello stile del teatro d’attore e del gioco circense riesce a dar vita a oggetti che di volta in volta occupano la scena sotto lo sguardo divertito del pubblico.

Anche i colori qui sono importanti , infatti gli stessi colori solari : rossi , azzurri , gialli, verdi, che popolano la riviera diventano poi colorati cibi sulla tavolozza alimentare creata dalla fantasia culinaria del protagonista. Il divertente passaggio dal mare al mangiare è accompagnato anche dallo stile della recitazione che gioca sempre su registri clowneschi come è nella tradizione del regista Bano Ferrari che ha diretto lo spettacolo. I due attori interpretando i rispettivi personaggi sono chiamati con l’ aiuto dei bambini, anche al rischio di risolvere i problemi annessi ai ruoli: come far apparire una gnomo e come parlargli ? come far muovere e fermare un macinino magico? a cosa può servire il sale e quale nome dare alle ricette appena inventate?

Dunque uno spettacolo pieno di domande e risposte, soluzioni impreviste e cambiamenti improvvisi, proprio come il mare, sempre diverso e sempre misteriosamente uguale, uno spettacolo che non si finirebbe mai di guardare.

MUSICHE

Le musiche dello spettacolo sono state composte appositamente da Carlo Pastori e cantate da Valentina Buttafarro. Eseguite da fisarmonica e orchestra creano un clima di festa popolare soprattutto nelle parti in cui , sposandosi con il testo dell’ opera, per gran parte scritto in versi diventano vere e proprie ballate. E’ il caso della Canzone dello gnomo, in cui si spiegano tutte le caratteristiche di questi esserini fatati molto diversi da elfi e nani. Oppure della Ballata della tavola dove si spiega cos’è il baccalà, come si condisce l’ insalata, come si cuoce la pastasciutta e atri consigli utili. Infine ecco la Ballata del sale con cui termina lo spettacolo e in cui è contenuta oltre alla fantasia un pizzico di poesia e qualche granello di saggezza.

STORIA DELLO SPETTACOLO

Lo spettacolo è stato messo in scena prendendo spunto dal racconto di Giampiero Pizzol pubblicato dalla Casa Editrice Fatatrac nel 2003 e in questi anni è stato rappresentato in rassegne di teatro ragazzi, scuole, parchi e altri ambienti. Va ricordata la collaborazione con le Saline di Cervia per la parte scientifica e didattica e con esperti di educazione all’ambiente. E’ stato proposto anche in fattorie didattiche e in occasione di feste e sagre dedicate al cibo, tra cui la Settimana Artusiana di Forlimpopoli.