Tutti conoscono l’asino e il bue. Ma da dove vengono quei due? Che mistero si nasconde dietro quei musi che sembrano più adatti ad un circo che ad un teatro?

Cappuccetto e il lupo
  • Giampiero Pizzol
  • Laura Aguzzoni, Giampiero Bartolini
  • Teatro d’attore con animazione di oggetti
  • Bano Ferrari
  • Walter Muto (collab. Marco Versari)
  • Lucia Baldini
  • Testo e canzoni edite da L’Ocallegra Edizioni Musicali Milano
  • Spazio scenico minimo m. 6×5, potenza 10 Kw, sala oscurabile
  • 60 minuti
  • 3 – 10 anni

TRAMA

Il Natale è tempo di regali, per questo sulla scena irrompe un personaggio con un bellissimo regalo: un libro e una canzone. Quando si fa un regalo bisogna anche pensare al modo di presentarlo. Confezionare un pacchetto con carta dorata e nastro è spesso un grosso problema, soprattutto per i più piccoli. In questo caso il pacco è un enorme baule da decorare e infiocchettare e il nostro clownesco personaggio ha bisogno di aiuto. Finalmente dopo comiche e rocambolesche acrobazie , riesce con l’aiuto di un bambino a terminare la sorpresa. Appena in tempo, perchè intanto sulla scena giunge una ragazza che, visto il regalo, decide di aprirlo. Così ha inizio la festa. I due attori, infatti si sfidano in una gara musicale nella preparazione della più entusiasmante delle feste: dal Compleanno al Capodanno, dal Ferragosto al mare al Carnevale in strada.

Ma la festa più magica è sicuramente il Natale. Si scatena così la preparazione di un presepe improvvisato sulle note di una travolgente canzone . Il presepe è forse l’ espressione più popolare e teatrale del Natale e apre le porte a mille storie. I nostri due interpreti decidono di prendere una delle tante strade che portano alla Capanna : il sentiero misterioso dell’Asino e del Bue. Da dove vengono quei due famosissimi animali ? Come sono arrivati lì ? C’ è una storia strana e meravigliosa su di loro. Dice la leggenda che uno dei due era un angelo e l’ altro addirittura un diavolo!

Utilizzando il baule come fantastico ascensore ecco dunque una fiabesca discesa agli inferi dove incontriamo un simpatico personaggio : un diavoletto che al contrario di tutti i suoi simili è stanco del buio dell’ inferno e desidera vedere quello che succede sulla terra. Non ha nessuna voglia di starsene lì ad attizzare il fuoco mentre tutti gli angeli e gli uomini festeggiano il Natale. Il nostro diavoletto si sente diverso dagli altri suoi compagni diabolici perchè non è cattivo, ma buono e dentro il petto sente battere un cuore desideroso di scoprire il mondo, di aprirsi alla vita e respirare l’ aria festosa del Natale. Così, senza farsi vedere decide di uscire dal sottosuolo per ammirare le stelle, contemplare le montagne, le case, i villaggi ed entrare nel teatro del presepe.

Sulla sua strada però compare un angioletto che spianando la tromba gli intima di star lontano da Betlemme perchè diavoli, draghi, streghe, maghi e tutte le altre creature malvagie, non sono ammesse al presepe. La Notte santa è fatta per la pace in terra e per gli uomini di buona volontà, non per trame tenebrose, incubi, odio e vendetta. Invano il diavolo protesta la sua innocenza e giura che ha sempre preferito la nascita alla morte e la felicità alla dannazione. L’angelo non gli crede. Soltanto dopo una surreale battaglia a colpi di ombrello e acqua benedetta, i due antagonisti decidono di far pace e scoprono in fondo di essere entrambi desiderosi di vedere quello che succede alla Capanna. Così si incamminano insieme verso Betlemme.

Ma c’è ancora un problema da risolvere: come far entrare un diavolo al presepe? Si tratta di rendere presentabile un così cattivo soggetto. L’angelo allora rivela l’ esistenza di un magico bastone custodito tra le nuvole a cui è appesa una campanella d’ oro capace di cambiare forma alle cose e alle persone. I due affrontano insieme l’ impresa di salire fino al cielo e prendere in prestito quel miracoloso oggetto. Così ha inizio una salita al Paradiso che culmina con la trasformazione provvisoria dei due personaggi nell’ Asino e nel Bue. In questo modo angioletto e diavoletto potranno vedere da vicino gli straordinari avvenimenti che accadono ed entrare a mezzanotte nel cuore stesso del Natale.

TEMATICHE

I temi dello spettacolo non sono solo quelli religiosi legati alla Nascita più festeggiata del mondo. Anzitutto c’ è il tema della festa : cosa significa festeggiare? La torta, le candeline, i regali, le sorprese, la musica , il ballo , i giochi, sono tutte espressioni del desiderio umano di celebrare qualcosa, di segnare il tempo con un accento di gioia, di scatenare la fantasia e l’ energia vitale contro ogni emblema di oscurità e di morte. Festa dunque è luce in opposizione al buio, musica contro l’ ottusità del silenzio. Festa è relazione con gli altri e non solitudine, è condivisione di istanti preziosi, ricordo di avvenimenti felici. L’ elenco di feste rivisitate durante lo spettacolo che culminano nella pioggia di coriandoli su un carro carnevalesco vuole essere un tentativo di comprendere questo fenomeno che a volte in mezzo all’allegria ci fa assaporare anche un fondo di tristezza perchè la vita non è tutta una festa.

Ma la tristezza di qualcosa che finisce trova nel Natale la dolcezza di qualcosa che inizia per tutta l’ umanità. Il messaggio natalizio, indipendentemente dal credo religioso è quello della possibilità di una pace universale e di una favolosa e concreta regalità di fronte a un Bambino. Il Re non è il potente su un trono, ma il bambino nato per strada in una stalla da una povera famiglia di Palestina. La vita è più forte della morte e la povertà sorride mentre la ricchezza va incontro all’infelicità.

Il tema del bene e del male viene qui approfondito ancora di più attraverso i personaggi dello spettacolo. Anche nel peggiore ambiente, persino in un inferno di malvagità può esistere qualcuno che desidera il bene. Non bisogna giudicare dalle apparenze: il colore della pelle, la lingua, l’aspetto, neppure le corna o la coda sono espressioni sufficienti a giudicare qualcuno! Soltanto il cuore rivela la natura dell’ uomo. Per questo il diavoletto dello spettacolo, un simpatico Gianburrasca celeste,può incamminarsi per la strada maestra a braccetto con un angelo.

L’ umanità del Natale ha nel presepe il suo emblema più profondo e popolare. Questa originale invenzione francescana esprime profondamente l’ anima italiana ed europea. Si tratta di un piccolo teatro che vede protagonista il popolo in tutte le sue forme. Ogni lavoro, ogni aspetto della realtà è degno di essere rappresentato perchè vivo e prezioso. L’ arte è qui la capacità di rappresentare la realtà con gli occhi di un bambino, possibilità di raccontare e raccontarsi, guardarsi allo specchio e sorridere.

TECNICHE E LINGUAGGI

La regia dello spettacolo affidata all’estro “clownewsco” di Bano Ferrari è giocata nel linguaggio circense fatto di gag divertenti e di ritmo travolgente. Il testo in rima accentua il gioco dinamico delle battute in un incalzante andirivieni di personaggi. In questo spettacolo il teatro d’ attore trova un ampio spazio nello  spessore degli interpreti che possono dar fondo a tutte le loro capacità di improvvisazione e di interpretazione. Lo stile infatti ricorda quello della commedia dell’arte e anche il contrasto Angelo – Diavolo sembra far parte quasi di una rappresentazione popolare da piazza. La scenografia di Lucia Baldini è costituita di elementi essenziali che ricordano un pista circense: un baule magico si trasforma in regalo, apparecchio stereofonico, carro carnevalesco, ascensore, mangiatoia, ecc, un castello da imbianchino diventa scala di nuvole, capanna, cielo stellato, ecc., un paio di cavalletti si prestano a divenire cavalcature, sedie, animali, ecc
Anche il presepe allestito in fretta e furia con uno scambio fittissimo di statuine , carta, alberelli, diventa un numero acrobatico e l’ iniziale pantomima musicale che coinvolge un bambino impegnato a confezionare il gigantesco regalo assomiglia a una improvvisazione da clown. Anche la spettacolare gara di bugie che coinvolge il pubblico per mettere alla prova il berretto angelico rivelatore della verità e gli esperimenti di volo con ali di cartone appartengono al genere preferito dai bambini.

Asino e Bue sono poi gli zoologici e simpatici protagonisti di questo circo natalizio che si conclude con lo sguardo incantato di tutti i bambini verso il miracolo delle piccole e coloratissime luci : una stella d’ oro accesa tra le orecchie dell’ asino, un cuoricino rosso per il bue, un firmamento punteggiato d’ azzurro e un raggio caldo di sole che si sprigiona dalla paglia della mangiatoia. I costumi ricordano nei loro colori e nei loro numerosi accessori (ombrelli che diventano ali, cappelli che si illuminano e diventano torte, borse da cui escono coriandoli e patate fritte, bastoni che si mutano in trombette e forconi, ecc.) proprio lo stile mirabolante del circo . E alla fine scopriamo che lo sguardo del bambino e del clown sono forse quelli più capaci di cogliere il mistero del Natale.

LA STORIA

Lo spettacolo , allestito nel 2000 viene ogni anno richiesto per il periodo natalizio e quindi riallestito puntualmente allo stesso modo in cui ogni Natale viene tolto dalle vecchie scatole il materiale per l’ albero e il presepe. Presentato a numerose rassegne, lo spettacolo ha superato ormai le 500 repliche adattandosi anche a luoghi e spazi non teatrali come scuole e saloni, palestre e cortili. Per il suo aspetto molto divertente e quasi cabarettistico è stato rappresentato anche a Zelig bambini come in altri festival di teatro comico.

LA MUSICA

Lo spettacolo è un vero e proprio musical. Infatti ben sei canzoni originali composte appositamente da Walter Muto accompagnano il gioco scenico degli attori. Per questo motivo è stato edito dalla Casa Ocallegra di Milano un CD musicale contenente la storia e i brani eseguiti, giunto ormai alla terza edizione. La canzone dei Diavoli che fanno tutto al contrario contrasta con l’ allegra melodia dell’ Angelo, la ballata della Mezzanotte fa da contrappunto al frenetico ritmo del Presepe, la squillante canzone della Campanella fa il paio con il magico canto della Pioggia.

Anche altre scene si avvalgono di musiche citando motivi famosi come ad esempio le feste che nel giro di pochi secondi passano dal clima marittimo del Ferragosto a quello notturno del Capodanno, a quello brasiliano del Carnevale. Ciò che domina dunque è il ritmo di parole, gesti, suoni che rendono lo spettacolo un vero fuoco artificiale di trovate.

BIBLIOGRAFIA

La più famosa canzone di natale
AAVV Ed Paoline

Natale e un presepio
A cura di Guido Davico Bonino ed. Mondadori

Natale nella storia nella letteratura nelle tradizioni
A cura di Marcella Contardi ed. Paoline 1989

Il natale racconta (fiabe e poesie)
Di Stephanie Nettel ed. Piccoli 1997

Nascita di un presepio
AAVV Ed. Fatatrac

L’incanto del Natale nella poesia e nell’arte
A cura di Giuseppe Gamberini
Ed. Paoline 1996

Natale d’autore – pagine celebri sulla notte che ha cambiato la storia dell’uomo
a cura di Alessandro Paoconuzzi
ed. Ancora 2000

La vera storia di Babbo Natale
D’Apremont Arnaud – Torino L’età dell’acquario 2005